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Ma chi è che vicino alla donna casta sente impuri desiderii? Un'altra donna no!
«Preferisco la forma poco castigata di Paolo de Koch che vela sovente idee caste e morali, al casto stile femminile che respira libidine. (!!!)» Ah sí?!
Buona notte, Don Elviro. Tanti saluti in caserma.
IV.
LA QUESTIONE DELLA EMANCIPAZIONE DELLA DONNA IN ITALIA(10)
Il saggio che segue è un articolo pubblicato nel numero del 21 marzo 1871 de «La Roma del popolo», che fu praticamente l'ultimo giornale diretto da Mazzini in Italia, prima della morte. È interessante non solo per la chiarezza con cui vi si collega l'emancipazione femminile ai principi della democrazia, ma anche per l'ostinazione con cui si richiede l'introduzione della filosofia nei programmi degli istituti secondari femminili. La richiesta era inusitata, e polemica, perché, soprattutto in ambiente mazziniano, era convinzione comune che per le donne - ma anche per gli operai e i contadini - fossero sufficienti scuole professionali, dato che le allieve avrebbero dovuto per natura dedicarsi ad attività pratiche. La Mozzoni, che piú tardi criticherà l'astratto accademismo scientemente avulso dai problemi del presente, rifiuta qui il rozzo pragmatismo contemporaneo, convinta che la consapevolezza culturale serva allo sviluppo della coscienza politica. Va notato come per lei anche i motivi tipici dell'illuminismo - l'istruzione -, lungi dall'indicare un limite alla lotta politica, divengano invece motivo di rivendicazione.
È cosa fin troppo nota a tutti che le condizioni politiche della regione latina, e segnatamente dell'Italia, hanno lasciato in gran ritardo le popolazioni occidentali del continente rispetto alla civiltà. Cosí, la Penisola Iberica come la Francia ebbero le loro particolari ragioni in questo ritardo, ragioni che in Italia vennero sommandosi ed agirono sulle menti e negli animi degli italiani in dosi caricate e quadruplicate.
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