Niuna meraviglia pertanto delle gravi difficoltà che tuttora incontra nella sua vita. Esse non provano che la sua importanza, come le titubanze dei suoi amici ad incanalarla sotto certi aspetti nel fatto, partono dalle immense conseguenze che ne debbono scaturire; e lo accanito antagonismo del mondo conservatore la definiscono l'ultima espressione del programma sociale.
Malgrado però tutto questo, la forza inducente dei principii logici è tale ch'essa ha dovuto sgusciare da qualche tempo anche in Italia, malgrado le difficoltà quivi aggiunte dalla politica, e la lunga incubazione che ha ritardato il suo sviluppo non sembra aver fatto che rassodare gli elementi ed imprimere alla sua marcia un concitamento che nessun'altra questione, forse, che si agitò in questo secolo ha mai dimostrato.
L'Italia che nella fortunosa storia dei trascorsi secoli aveva visto le donne nel governo e nelle armi, nelle cattedre e nelle accademie, non avea mai teorizzato perfettamente il principio di misoginismo, benché le dottrine e le opinioni dei concilii e degli scrittori ortodossi, incaricandosi di mantenere rispettivamente alla donna i pregiudizii oltraggiosi di tutta l'antichità, li venissero sempre piú radicando nella società cristiana. Il Concilio di Trento vi portò il colpo di grazia. Reazione del principio teocratico ed autocratico contro lo spirito della democrazia e della riforma, palladio di tutto il convenzionalismo sociale contro lo spirito d'analisi e di discussione, esso si affrettò di affermare e confermare tutti i dispotismi e tutte le servitú, tutti i privilegi e tutte le esclusioni.
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