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      ... I Codici moderni hanno a petto degli antichi una grave disgrazia ed è quella di essere accozzati dai legulei in luogo di essere pensati dai filosofi. Si incontrano perciò, attraverso ad un diluvio di articoli, principii diversi che nel fatto si cozzano e contraddicono, fatui empirismi accatastati senza altra ragione che quella del convenzionalismo forense, ma fomiti naturali di liti frequenti, interminabili, fra i cittadini, e nelle quali il giudizio delle Corti pende incerto, non essendovi l'interesse d'alcuno all'infuori degli avvocati legislatori. Queste magagne che si travvidero nel Codice Civile Italiano fecero sí che si dichiarasse sottoposto a prova decennale, ma dopo questa, le cause stesse riprodurranno gli identici effetti.
      Intanto però la tesi del sollevamento della donna posta all'ordine del giorno avanzò incredibilmente. In pochi anni l'Italia fu inondata da libri, opuscoli, periodici, istituzioni che in tutto od in parte, da un aspetto o dall'altro, tendono a migliorare le sue condizioni economiche, a sollevare le sue condizioni morali, a farla produttrice, onorata, felice. L'istruzione delle fanciulle va mano mano sottraendosi all'insegnamento maschile, e le scuole elementari miste si affidano largamente alle donne. Associazioni operaie femminili sorgono in tutte le città e si amministrano saviamente. Scuole e collegi si aprono su larga scala gareggiando nell'ampliamento dei programmi e sono ogni dí piú stipate di fanciulle ansiose di sapere.
      Il potere esecutivo, trascinato dall'opinione che va ogni dí piú pronunciandosi, si vide nella necessità d'ormeggiarla e si apersero alla chetichella dei posti negli uffici telegrafici e ferroviarii, e, nelle provincie, anche nel posto e nel lotto; ed il ministro Coppino incaricava l'onorevole Mauro Macchi di fargli una relazione su tutti gli uffici pubblici che potessero con frutto aprirsi alle donne.


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La liberazione della donna
di Anna Maria Mozzoni
pagine 272

   





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