Nelle epoche transitorie questa armonia si scompone; i caratteri del tempo che muore si offuscano e vedono escirsi dal grembo degli elementi embrionali ed informi che procedono dapprima vagamente e quasi sussultoriamente, poscia cresciuti di vigoria ed affermati nella forma iniziano una regolare ginnastica e determinano una lotta, sorda e localizzata in sulle prime, e che si va facendo man mano piú lata e piú intensa e preconizza sensibilmente la nuova giornata che spunta sull'orizzonte della storia umana. Nel suo periodo embrionale la reazione cerca tutte le sventure, sveglia tutti i malcontenti, fa il viso dell'armi a tutte le convenzioni e l'una associa all'altra con una logica istintiva. Tutto ciò che è sofistico, tutto quanto si dibatte in una cerchia forzata, tutto quello che manca di terreno e di forza a raggiungere la libera espansione del moto e della vita, si associa a quel fermento, benché la fredda analisi non sia ancora giunta in quel periodo a discernere quanto vi sia di praticamente possibile od impossibile nella rivoluzione che quel fermento prepara.
Dal fermento esce necessariamente una nuova combinazione, ma non ne segue che la nuova combinazione sia in tutte le sue parti prevedibile, né che perciò possa realizzare, da ogni lato, le aspirazioni di coloro che produssero o secondarono il fermento.
Checché ne sia, scosso una volta uno dei dogmi su cui basa l'organamento sociale proprio di un tempo, vuole legge d'analogia che tutte le convenzioni, alle quali quel dogma presta prossimo o remoto l'appoggio, crollino con esso, né bastano a salvarle le complesse relazioni che quelle convenzioni possono aver create coi vari interessi sociali.
| |
|