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      Ora come noi non possiamo accettare quelle teologie, cosí non dobbiamo neppure accettarne i corollarii e le applicazioni, ed il pregiudizio al quale quelle teologie hanno dato vita così lunga e storia cosí disastrosa, non ha piú ragion d'essere per noi.
      Combattuto il pregiudizio dell'inferiorità femminile nel giudizio, l'autrice passa a combatterlo nel sentimento, e qui pur troppo la sua vittoria non rimane incerta, che da un polo all'altro e dall'Oriente all'Occaso la madre dell'uomo è il Cristo dell'umanità, il suo calvario è il mondo, la maternità è la sua croce; ed i pregiudizii della scienza, il fanatismo religioso, la tendenza al dispotismo, l'abuso della forza, la sensualità, la barbarie e la civiltà, le leggi e l'arbitrio, le opinioni e le convenzioni, tutto congiura a fare di lei un olocausto immenso e perenne. La Frank ci fa fare quest'ampia rassegna con uno spirito altamente giudizioso, e come chi sa che l'esagerazione nuoce alle cause migliori, e sa in pari tempo di non averne bisogno; ché per iscuotere profondamente il sentimento contro le condizioni nelle quali giace la donna in quasi tutto il mondo, basta conoscerle.
      È d'uopo però riconoscere altresí che in qualche angolo di mondo e non troppo angusto le condizioni nelle quali versa il sesso femminile si discostano assai dalle generali e taluno ancora ve n'ha in cui esso domina in modo assoluto e nelle istituzioni e nelle opinioni. Questo fatto si manifesta in un concorso cosí opposto di circostanze che sembra fatto apposta per rispondere categoricamente da un lato alle spregiatrici teologie dell'antichità e dall'altro alle paurose obbiezioni della nostra affaticata e meticolosa civiltà, e ben dimostra in pari tempo come le condizioni della donna non siano volute dalla riposta ed imperativa natura delle cose, ma dalla ignoranza o dalla corruzione del genere umano, epperò informate dalle religioni, dallo stato della scienza, dalle condizioni storiche, dall'obbiettivo politico delle nazioni, dalle idee prevalenti di azione o di reazione, dal modo di vivere, di essere, di svilupparsi di un popolo o di un tempo, dall'indirizzo dei suoi studii, dalle idee personali di un legislatore, dalla forma del governo e sopratutto dalla maggiore o minor civiltà; accidenti tutti essenzialmente modificabili, e che continuamente si modificano, sicché in mezzo alla generale oppressione della donna la troviamo da tempo immemore onoratissima e felice in taluni paesi dell'Oriente, dell'Africa e dell'America, e la vediamo oggi sfuggita alla nostra decrepita ed infralita civiltà europea salire gradatamente negli Stati Uniti ad un concetto nuovo per forza di civilizzazione e di lavoro riflessivo.


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La liberazione della donna
di Anna Maria Mozzoni
pagine 272

   





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