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      Vogliano queste anime persuase accettare un consiglio dall'esperienza del mio lungo apostolato. Quando noi avremo molto studiato, molto scritto, e molto picchiato, nulla potremo dire d'aver fatto ancora, nulla davvero, se non avremo saputo persuadere. Ché per quanto convinti possiamo essere, non saremo già noi che compiremo la riforma, bensí l'opinione pubblica. È d'uopo quindi che ci mettiamo all'opera non prendendo di fronte l'opinione de' nostri tempi, ma, accettandola qual è, e al punto in cui si trova, noi dobbiamo condurla col mezzo della ragione e della forza de' principii, ch'essa ha già fatto suoi, a quel punto, ch'è il nostro obbiettivo, e che noi intendiamo ch'essa raggiunga.
      Non ci mettiamo con troppo zelo al nostro lavoro, è questo il fondo del mio pensiero.
      Dopo gli amici vengono gli avversarii. Prima, le autorità armate de' loro dommi, e i giuristi con una tintura del Digesto e un po' rifatti a nuovo dal Codice Napoleonico; poi, gl'individui abituati a vedere il mondo tale qual è, e gli eredi di Crysale, e gl'infaticabili vantatori del buon tempo antico, e, infine, i formalisti; amanti soprattutto della disciplina, i filosofi della decadenza, negatori e pirronisti per eccellenza; gli oppositori sistematici, i quali fanno parte di tutte le riunioni, scrivono in tutti i giornali, s'intromettono in tutte le discussioni e rispondono invariabilmente, qualunque sia il principio di cui si tratta, ch'esso manca d'opportunità. Però io discerno tra questi, e ne rendo grazie a Dio, un piccolo gruppo di avversarii serii e leali, la cui opposizione grave e riflessiva, è cosí vantaggiosa alle quistioni, che serve a chiarirle quanto lo studio simpatico degli amici.


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La liberazione della donna
di Anna Maria Mozzoni
pagine 272

   





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