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      Il qual ragionamento, dal punto di vista dell'egoismo è perfetto - scientificamente è uno svarione. Che se poi si metta a raffronto con gli argomenti e coi fatti esposti precedentemente da voi, non sembrano gli uni e gli altri appartenere allo stesso uomo.
      «Suo dovere e suo officio», voi continuate, «ed insieme suo voto, e suo bisogno, essendo di dedicarsi alla assidua cura della famiglia, nessuna pratica può acquistare nei pubblici affari, a cui male quindi potrebbe rivolgere l'animo e l'intelletto.»
      Oh, illustre Zanardelli! Non avete voi detto che le donne «posseggono indubbiamente tutt'i requisiti pell'esercizio del voto»? Non avete detto «che dalle funzioni regali ai piú umili uffici della vita quotidiana la donna diede e dà prova di saperli adempiere anche meglio dell'uomo»?
      Come va che mi affermate adesso il contrario? Che, cioè, non può acquistare pratica dei pubblici affari, che a questi male potrebbe rivolgere l'animo e l'intelletto?
      Ma su che cosa basate voi le vostre affermazioni? Se sul fatto - questo non si muta per accomodarsi alla vostra tesi del momento; se sulla induzione, è un metodo che può imporsi anche da un democratico, ma che non convince nessuno che abbia buon senso. Insomma, secondo voi, la donna può e non deve: - sa e non può sapere - ha fatto e fa, e non può fare! - oh, filosofo razionalista, la teorica della grazia sufficiente e coefficiente ha fornito il modello al vostro ragionamento!
      Ma qui il vostro ossequio, del dogma, della rivelazione e della tradizione raggiunge il sublime, e assunte le proporzioni del melodramma, voi mi apparite quasi abbagliato pontificalmente intuonando «Noi gente di legge salica», ecc., secondato dal coro dei Crysales di tutt'i tempi: «Domi mansit, lanam fecit.


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La liberazione della donna
di Anna Maria Mozzoni
pagine 272

   





Zanardelli Crysales