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      Non solo non avete raggiunto lo scopo, ma avete fatto fare un passo gigante alla nostra causa, poiché a chi legge la vostra dotta relazione, salta all'occhio la efficacia razionale dei motivi che militano pel voto delle donne, e l'indole teologica degli argomenti di cui vi avvalorate per impugnarlo; fa meraviglia che voi, abile avvocato quant'altri mai, fornite voi stesso col vostro capitolo la prova contraria di quel che affermate; poiché se la natura della donna ripugnasse alle funzioni che le negate, essa non la avrebbe cercata mai, e in nessun luogo, neppure si sarebbe affacciata alla mente di alcuno, la questione non esisterebbe, e il vostro capitolo sarebbe soverchio.
      Dovete quindi essere persuaso che, se il vostro diniego sarà approvato dalla Camera, che composta tutta di uomini, è nella causa, tutt'insieme legge e principio, giudice e parte, non avrà scosso le convinzioni di nessun ragionatore spassionato e obiettivista.
      Perdonate, illustre signore, se nel concerto meritato di elogi che ha accolto la comparsa del vostro monumentale lavoro, io, oscura e sola, ho alzato una nota discordante.
      Io dovevo a tutte le donne intelligenti che, in Italia e fuori, lottano contro il principio d'ostracismo dalla vita nazionale che voi ci scagliate contro; ed alle masse femminili che lotterebbero se non fossero soggiogate da pregiudizii, intimidite dalla contradizione o impedite da dispotismi famigliari e officiali (e sono molte), di protestare contro il vetusto sistema di disporre di noi come di cose, da un punto di vista esclusivamente vostro: infiorandoci l'ingiustizia con dei lirismi o delle esteriorità rispettose; mentre nel fatto, leggi e regolamenti fanno a gara nel trattarci come gente conquistata fra un popolo di conquistatori.


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La liberazione della donna
di Anna Maria Mozzoni
pagine 272

   





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