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      Noi dunque saremmo piú giovani di Voi nell'esercizio del voto, ma in compenso da molti anni vi vediamo all'opera e non sempre con molta edificazione; abbiamo sempre pagato le imposte, abbiamo letto con le stesse vostre trepidazioni il resoconto dei bilanci preventivi e consuntivi, abbiamo le tasche vuote al par di voi, vediamo che vi agitate tutti per qualche cosa che non è soltanto idea e spirito, ma è forma e corpo, ed abbiamo per soprappiù capito anche questo che i nostri interessi saranno sempre per voi delle tesi accademiche, finché l'esercizio del voto politico non si porrà in grado di farvene delle tesi pratiche.
      Ora è tempo ch'io affronti il terribile capitolo delle influenze. Le donne, secondo l'antico adagio umoristico, non sono gente. Esse non sanno nulla di nulla e non hanno opinione determinata sopra nessuna cosa: - Se le donne voteranno, lo faranno col padre, col marito, coll'amante, con un uomo insomma, con quello che avrà saputo entrar meglio nell'animo loro.
      E voi, Signori, che cosa fate? Voi votate la lista del giornale al quale siete abbonati, voi votate con quel capo partito che si è imposto alla vostra venerazione, ai vostri entusiasmi; gl'impiegati votano col capo ufficio, gli ufficiali col generale, i sottoprefetti coi prefetti, i sindaci coi sottoprefetti, i comunisti coi sindaci.
      Vi sono poi i voti dei cittadini illuminati non preparati dall'apostolato dei giornali e dei circoli, voti che arieggiano gl'indipendenti, ma ahimé, sono forse sacerdoti del dio nascosto nelle casse delle spese segrete.


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La liberazione della donna
di Anna Maria Mozzoni
pagine 272