Ma quando sento dei sacerdoti disseppellire quei santi rancori e batterceli in faccia con una stizza che non è, né dei tempi avvezzi a discutere ogni cosa, né dei paesi dove la libertà e la personalità sono rispettate, né del cristianesimo che abborre da ogni oppressione e repressione, non ne rilevo che la poca accortezza dell'oratore che si stacca dalla parte illuminata del suo partito.
Tuttociò vi prova, o Signori, che noi siamo fatte come voi. Amiamo ciò che ci giova.
Democratici o conservatori, non siete guidati da un diverso criterio. Voi amate quegli ordinamenti che rispondono ai vostri bisogni, al vostro amor proprio, ai vostri interessi nel miglior modo possibile.
Ora questi ordinamenti, cosí come stanno, soddisfano essi egualmente ai nostri bisogni, ai nostri interessi, alla nostra dignità di persone e di cittadine, che contribuiamo al par di Voi alle spese dello Stato, al decoro del paese, alla prosperità della patria? Che cosa gli ordinamenti democratici hanno fatto per noi? Ci hanno tolto il voto amministrativo, sicché abbiamo pagato finora le imposte comunali e provinciali senza che siamo onorate di vederne il perché.
Ci hanno tolto, maritate, la libera amministrazione dei nostri beni, hanno riconfermato la irresponsabilità ai seduttori fedifraghi, ai mariti il diritto di assenza, ai padri l'esercizio esclusivo della patria potestà, hanno ricopiato tutte le nostre pretese incapacità, ci hanno escluse dalla parte piú onorevole e lucrativa del lavoro sociale, ci hanno private di voto e di rappresentanza e, come incoronamento dell'edificio, ci hanno messe a fascio nella integrità delle nostre facoltà intellettuali e morali coi malfattori, coi deliranti e coi mentecatti.
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