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      Ed io reputo di capitale importanza destare l'attenzione delli operai, e sopratutto la vostra, o lavoratrici, sopra una funesta opinione che va attecchendo anche fra scrittori e ardenti socialisti intorno a questa questione; opinione che le è del tutto esiziale.
      Pur troppo lo spirito umano che è capace di tutte le altezze scientifiche ed idealiste, come di tutte le assurdità, è anche capacissimo di accogliere e professare la contraddizione, sicché si vedono socialisti, e socialisti di polso, i quali non credono, non vogliono, e combattono caldamente la emancipazione della donna: e la meraviglia che suscita codesto fatto è anche maggiore, ove si constati esservi fra cotali socialisti, degli studiosi e dotti economisti.(22)
      È perciò che molti di essi affettano di non parlarne mai, o di parlarne come di un accessorio, di una cosa relativa, di una frondosità quasi della questione sociale.
      Altri riguardano la donna e la sua complessa posizione sociale come una cosa a sé, che vuol essere considerata con criterii affatto speciali e subordinati alle necessità della specie; necessità che in ultima analisi sono poi la necessità, gli utili, i vantaggi dell'uomo, adulto, o bambino: dacché l'uomo sia egli prete, o re, o nobile, o borghese; creda egli nel diritto divino, o nel privilegio monarchico e signorile, o nel verbo democratico, o sociale, è pur sempre un perfetto egoista; e come tale, si è foggiato per proprio beneficio, di fronte alla donna, una specie di diritto divino del maschio, che egli reputa e tiene volontieri, al dissopra e al diffuori di quei canoni di logica e di equità, che hanno tanto servito a lui stesso per la rivendicazione delle proprie libertà.


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La liberazione della donna
di Anna Maria Mozzoni
pagine 272