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      - La eccitano alla lotta, a lavorare, a sacrificarsi, perché essa pure ne avrà beneficii certi, e grandissimi; ma intanto, predicano essi, i suoi interessi, non sono pel momento da discutere; questo farebbe una importuna digressione - il suo vantaggio verrà da sé - è contenuto necessariamente nella dottrina che si vuol far prevalere. -
      Gli scrittori socialisti sanno che se la donna si mettesse a camminare a ritroso, la causa delle rivendicazioni operaie e proletarie sarebbe perduta; ma in pari tempo non hanno tempo da dedicarle lo studio, né la volontà di consacrarle l'energia e l'azione; e trovano più comodo ripetere la storia dell'umano egoismo in tutta la sua ingenuità.
      Sono ancora gli uomini che nella Grecia antica armavano gli Iloti per difendere dagli invasori le proprie libertà - che in Roma armavano gli schiavi per la difesa della Repubblica - che nell'America del Sud armavano i negri contro i Nordisti abolizionisti; - e che borghesi dell'89; illuminati di Germania; liberali di Francia; radicali di Spagna; carbonari d'Italia; democratici cospiratori del '48, e combattenti del '59, educavano la donna al patriottismo, le insinuavano delle calde aspirazioni di libertà politica, e la spingevano ad affrontare le fortezze e i patiboli, sempre per la libertà loro - che quanto poi alla sua, non era mai il momento opportuno di parlarne - era sempre certissima e convenuta - ma altrettanto sempre di là da venire.
      E codesti ultimi socialisti riposano tranquilli nella loro coscienza, del non spendere intorno alla questione delle rivendicazioni femminili né propaganda, né energia di alcuna sorta, per lo stesso riflesso pel quale se ne schermivano tutti quei loro nominati predecessori nelle varie tappe percorse dal progresso civile e umanitario.


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La liberazione della donna
di Anna Maria Mozzoni
pagine 272

   





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