La vita è dura; e la lotta per l'esistenza ogni dí piú aspra ed angosciosa, ci comanda che, per noi e per le nostre figlie, si pensi a rivendicare quei diritti complessi, che sono le armi, con le quali soltanto si può combattere e vincere la rude battaglia della vita.
No, io non sono della opinione di quei socialisti i quali pensano che le cose vanno da sé, per forza di logica, per naturale illazione, per analogia.
Non v'è nulla di semplice in natura e meno che mai nello spirito umano. I nostri cervelli sono altrettante combinazioni chimiche di una varietà infinita, e le idee piú disparate, possono confondere fraternamente i loro atomi misteriosi, nelle cellule recondite della testa umana.
Ne viene, che, come abbiamo constatato che vi furono ieri, e vi sono oggi, dei socialisti che sono avversi alla rivendicazione dei diritti della donna; che non la credono di pari valore dell'uomo; che non vogliono concorra liberamente con lui in tutto il lavoro e le funzioni sociali; che non concepiscono la convivenza dell'uomo e della donna che a base di monarcato a favore dell'uomo; che considerano la donna come un essere al diffuori, e al dissotto della sfera nella quale si dibattono gli interessi della umanità, rappresentata per costoro dai soli maschi; cosí cotali socialisti sopravviveranno alla Rivoluzione sociale, come sopravviveranno a tutte le rivoluzioni l'egoismo ed il pregiudizio, e, malgrado tutta la logica, la connessione e l'analogia, la donna resterà, l'indomani della Rivoluzione sociale, pupilla, interdetta, esclusa, subordinata, accessoria, né più né meno che oggi, ove la sua mente e la sua coscienza prima, e quella dell'uomo insieme, non si siano da lunga pezza acclimate in un ambiente nuovo di rispetto alla donna e di ricognizione intellettuale e cosciente del di lei valore e diritto.
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