Quello che farà la donna operaia propriamente detta, lo farà pure, per le stesse ragioni, la maestra, la telegrafista, la telefonista, l'impiegata postale e ferroviaria, la banchiera, la commessa, qualunque donna che lavori.
Le condizioni generali economiche saranno migliorate, l'impiegato civile sarà pagato meglio perché diminuiti gli eserciti: a forza di strillare si sarà riescito a sfrondare le pubbliche amministrazioni dai rami secchi e a divellere intorno ad esse le vegetazioni parassitarie. Quindi le giovani donne che oggi cercano un diploma, o studiano le lingue, o si danno alla contabilità, o cercano comecchessia si sgravare il padre e il marito di parte della spesa domestica, o per lo meno del loro vestiario (perché c'è da fare, e molto, oggi a sbarcare il lunario associando gli sforzi di tutti) domani a questione economica risolta, preferiranno ridivenire le signorine di una volta, che aspettavano tranquillamente il marito, gareggiando l'una con l'altra in eleganza, in fronzoli, in leziosaggini, per essere le ricercate e le preferite; dacché il matrimonio tornerà a diventare l'impiego ottimo e massimo della donna.
Ora che cosa si sarà guadagnato, domando io, a quei socialisti che aspettano la redenzione della donna dalla pura e semplice risoluzione della questione economica?
Che cosa si sarà guadagnato da lei in dignità, in moralità, in giustizia, in indipendenza, come valore sociale? Ridivenuta ella un non valore, ed una parassita, gli uomini del domani, non capiranno piú neppur quello che capiscono oggi, in cui essi vedono la donna lavorare dapertutto, e rappresentare una immensa parte della ricchezza sociale.
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