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      Era il primo libro che, in Italia formulasse nettamente la questione femminile e la considerasse da ogni parte. Concludevo formulando 18 capi di domande le quali erano altrettante riforme, che reputavo possibili e pratiche nelle condizioni giuridiche delle donne.
      Di quei volumi moltissime copie spedii alle due Camere.
      Quando furono pubblicati il progetto del Ministero e il controprogetto del Senato, diedi in luce a mia volta un opuscolo nel quale esaminavo i due lavori, negli articoli che riguardavano le condizioni giuridiche delle donne, e la intera edizione distribuii alla Camera, al Senato, ai membri della Commissione di Revisione, ai giornali giuridici ed ai giureconsulti piú eminenti ed influenti della penisola.
      Pel diritto del voto, contro il regolamento sanitario dovunque e sempre, in Italia ed all'estero, incoraggiata od osteggiata, i diritti e gli interessi delle donne furono l'obbiettivo costante dei miei studii e dell'opera mia.
      (22) Per la stessa ragione per la quale il commercio non ha pregiudizii, non dovrebbero neppure averne gli economisti, pei quali la sintesi e l'obbiettivo di tutta la scienza sociale, è contenuto nel problema della produzione della ricchezza e della sua distribuzione.
      Ora che pensare di economisti i quali trovano opportuna la soppressione della virtualità produttiva di mezza la umanità per la segregazione della donna dalla libera concorrenza?
      Non fu mai dimostrato e non fu mai neppur tentato di dimostrare dai piú maniaci misogini, che la virtualità della donna, intesa nel senso piú lato e comprensivo, sia al disotto della virtualità della massa degli uomini mediocri.


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La liberazione della donna
di Anna Maria Mozzoni
pagine 272

   





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