E pure di queste due sostanze, che compongono l'uomo, l'una spirituale ed incorporea, e l'altra materiale, quante cose ci sono, che si nascondono al nostro guardo? Ne conosciamo chiaramente gli effetti; ma non possiam giungere a discernere molte delle cagioni e maniere del loro operare, perché i sensi nostri non han forza di penetrare in quel gabinetto, né di osservare i varj loro ordigni e movimenti. Per quel che riguarda l'anima, certo è sentirsi da noi, che la sede sua propriamente nel capo nostro; ma con tutto questo non ne possiamo assegnare il preciso suo sito; e l'averla il Descartes collocata nella glandola pineale, tuttoché sia una lodevole immaginazione, pure non è più che una immaginazione. Per conto poi della fantasia troveremo esserci nell'esame di essa non poche cose incomprensibili, e contuttociò innegabili. Il che nondimeno non ha da trattener noi dal considerar questi arcani, per ricavarne quel più probabile o verisimile, di cui è capace il corto nostro intendimento. Presentata una mostra da orologio ad un rozzo contadino, egli osserverà ed ammirerà quel regolato modo, che ci fa avvertiti del corso e della divisione del tempo; ma non saprà immaginar la cagione di quei movimenti sì ben concertati, se non si apre quella macchinetta, per fargli veder le ruote, e se non gli si dia ad intendere la forza della molla occulta. La prima volta, che l'orologio da ripetizione fu portato in Francia dall'Inghilterra, per dono fatto dal re Carlo II al re Luigi XIV né pur seppe l'orologiere di esso re scoprirne il segreto, perché nascoso dagl'inglesi, finché una persona più di esso perspicace arrivò a discernere tutto.
| |
Descartes Francia Inghilterra Carlo II Luigi XIV
|