Di tutto si dee la gloria a Dio, perché dono suo è quell'intelletto medesimo, la cui industria ha prodotto e va producendo tante invenzioni ed opere della mano degli uomini, che si mirano nella vasta fiera del nostro basso mondo. Ma questo motore immateriale, che da noi si chiama intelletto o mente, poco avrebbe fatto, poco potrebbe operare nello stato presente della vita, se il supremo artefice non ci avesse forniti dei sensi e della fantasia, cioè di organi materiali, che avvisassero la mente degl'infiniti oggetti esterni, e delle lor configurazioni, movimenti, ed effetti. L'anima ragionevole, chiusa nel capo umano, non è diversa da un re o regina, che sempre se ne stesse ritirata nel suo gabinetto. Conoscere e reggere i suoi sudditi non sarebbe permesso a questo regnante, ove non tenesse molti, e varj ufiziali, che di mano in mano fedelmente gli riferissero, quanto succede nel popolo e fra i privati. Tale ognun può scorgere, che è il sistema dell'uomo. Siccome vedremo, i sensi quei sono, che dan ragguaglio alla fantasia di quanto essi han raccolto dall'esistenza delle figure, e dalle azioni de' corpi, o sia degli enti materiali. Per mezzo poi della fantasia questa relazione passa all'anima, cioè alla mente, la quale per tal via giunge a conoscere entro il capo con tal sicurezza per lo più le cose poste fuori di noi, come se a dirittura le vedesse, le udisse, le toccasse &c. Passiamo dunque ad osservare, qual cosa sia la fantasia, e a dirne quel che si può: giacché Dio l'ha formata in maniera, che per varj riguardi può anch'essa entrar nella classe degli arcani.
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