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      Ma questo medesimo effetto della luce, cioè di una materia la più sottile, che conosca, ed entrante nella categoria delle cose spiritose, ci fa intendere, che anche gli spiriti animali, procedenti dagli altri sensi, possono trasportare alla fantasia la notizia dell'altre modificazioni dei corpi, che appartengono alla loro giurisdizione.
      Ora questa fantasia vien chiamata da Aristotele, come ancora dal Gassendo, facoltà conoscente, o conoscitiva, troppo impropriamente a mio credere. Della sola anima, o sia della mente è proprio il conoscere, e non già del corpo, e della materia, quale dicemmo essere la stessa fantasia. Sia poi permesso a me di chiamare essa fantasia una potenza o facoltà corporea, senza prendere nel suo rigoroso significato il nome di potenza: e questa situata nel cerebro; cioè in una sostanza materiale, e composta de' vestigj de' corpi, ad essi portati dall'azione de' sensi. Le forze non dirò attive, ma impulsive della materia messa in moto non si possono negare, tuttoché resti sempre scura la maniera, con cui lo spirito muove la materia, e vicendevolmente la materia muove lo spirito. Elia Camerario tedesco nel suo libro intitolato, Medicinae ac Physicae Specimina, impugnò l'esistenza della fantasia, e l'impression delle immagini, o sieno idee nel cerebro nostro; e ciò perché non si può vedere, né esaminare quell'arsenale, né si sa intendere, come nella struttura meccanica di esso cervello possa allogarsi l'innumerabil copia di tanti oggetti. Fu egli perciò di parere, che questa incredibil copia d'idee vada ad imprimersi nell'anima stessa, e quivi si conservi.


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Della forza della fantasia umana
di Ludovico Antonio Muratori
Editore Pasquali Venezia
1745 pagine 212

   





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