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      Aggiungasi ancora il p. Malebranche, che immaginò, veder noi tutti in Dio: opinione, che appena nata, è morta in fascie. Ma quando si conceda (e questo lo dee concedere chiunque non corrotto da malvagie passioni sa filosofare) che si danno delle idee eterne ed immutabili, come sono l'esistenza di Dio, il vero distinto dal falso, il giusto distinto dall'ingiusto, dell'ordine distinto dal disordine; e potendo l'uomo col raziocinio e coll'ajuto della coscienza scoprire e conoscere la sussistenza di tali idee: poco infine conta lo sforzo di chi le niega nate con esso noi. Certo è intanto, che nascendo l'uomo, allora non apparisce, ch'egli abbia cognizione o idea di cosa alcuna. E dicendo i cartesiani, che l'anima umana sempre pensa, e ciò accadere anche, allorché il feto animato sta chiuso nell'utero materno, non è facile, che provino così larga proposizione con buone ragioni. Quel sì che quotidianamente sperimentiamo, si è, che i bambini a poco a poco cominciano a provvedere ed arricchir la loro fantasia d'idee e di parole, cioè di segni per esprimere esteriormente ciò, che nel loro interno hanno appreso. E quanto più van crescendo, tanto più si va aumentando quel mirabile magazzino; con giugnere a distinguere tanti oggetti l'uno dall'altro, e a conoscere, quali parole s'abbiano ad usare, per significar questa e non altra cosa. L'idee di quegli oggetti già son fitte nel cerebro; quanto più si va spiegando la forza innata della ragione, e i sensi van riferendo gli oggetti, tanto più si acquista di cognizioni & idee.


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Della forza della fantasia umana
di Ludovico Antonio Muratori
Editore Pasquali Venezia
1745 pagine 212

   





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