Imperciocché la mente stessa con segni sensibili, concepisce e determina le nozioni non sensibili, cioè con parole, locuzioni, e figure, le quali rappresentano l'oggetto inteso dalla potenza spirituale. Abbiam parole, che esprimono gli assiomi, i generi, le specie, la grandezza, e simili nozioni metafisiche. Abbiamo numeri, che ci fanno intendere ciò, che l'algebra ci viene insegnando. E la geometria ha linee, che indicano i concetti astratti e spirituali di questa professione. Però anche le idee intellettuali vanno ad accrescere l'emporio della fantasia, cioè quel libro, che continuamente sta aperto davanti all'occhio interno della mente, per potere scegliere di tanto in tanto quelle, che han da servire all'ordinario parlare degli uomini, alla meditazione, alraziocinio. Finalmente per conto degli universali, benché il Gassendo pretenda, che la fantasia non riceva se non le cose singolari; nel che io non intendo di contradirgli: pure è certo, che mirando un esercito schierato, una mandra di pecore, o cavalle, si va ad imprimere questa immagine, quasi un tutto, ed una cosa sola, nel cerebro nostro. A formar nondimeno l'idea metafisica dell'universale, del genere, e della specie, non vi ha dubbio, si richiede la forza e il lavoro dell'intelletto.
CAPITOLO IIIChe la fantasia è un meraviglioso lavoro
della potenza e sapienza di Dio.
Chiunque sa contemplar le opere di Dio in tante fatture, che vengono a dirittura, come siam soliti a dire, dalla di lui mano, facilmente truova essere il più mirabil magistero quello dell'uomo, e spezialmente l'anima ragionevole da lui fabbricata ad immagine e similitudine sua.
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Gassendo Dio Dio
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