Ritornando ora ad essa memoria, il cui magazzino dicemmo riposto nella fantasia, possiam di qui apprendere, perché tanta diversità di essa si osservi negli uomini. Nasce questa dalla nobil differenza della struttura delle teste umane, e dalla qualità varia de' cerebri, cioè di quel serbatojo, dove abbiam preteso conservasi ora più, ora meno le idee delle cose. Gran regalo della natura è l'aver sortito una forte ritentiva, e una pronta reminescenza: due doti, che costituiscono la felicità della memoria. La prima si riferisce alla fantasia stessa; l'altra alla mente, che facilmente ritruova, e scorge le idee ritenute dal cerebro. Perché ne' fanciulli ordinariamente la massa d'esso cerebro è troppo umida, ne' vecchi troppo essiccata; perciò non sogliono lungamente conservare nel lor gabinetto le cose, che allora odono, veggono, e imparano, se pur queste per qualche ragione non vi fanno una gagliarda impressione. Due e tre volte bisogna picchiar in capo a questa gente, e ad ogni altro di duro cervello, un'ambasciata da portare, una cosa, che s'ha a fare. Quando abbiamo gran pratica del mondo, o pure molta lettura, costoro faran buona figura nelle conversazioni, se pur sapranno a tempo e con moderazione spacciar la loro mercatanzia. Il medico col ricordarsi di tanti casi da lui veduti o letti; il giurisconsulto coll'aver pronte tante conclusioni e dottrine legali, già da esso apprese: certo è, che potran farsi largo nelle occasioni. E così gli altri di altre scienze e professioni.
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