Tuttavia se l'occhio filosofico si applicherà alla contemplazione ancora di queste commedie, che nel nostro capo, allorché dormiamo, si van rappresentando: troverà motivi ancor qui di ammirare la somma maestria di Dio in formar gli ordini del nostro sognare. Dissi vane cose i sogni, perché generalmente e per ordinario li scorgiamo tali: il che non esclude, che la divina autorità possa valersi ancora di questo mezzo, per informare i mortali de' suoi voleri, e per predire avvenimenti o lieti o funesti. Di sì fatti sogni ne abbiamo non pochi nelle sacre carte, che dobbiam credere con viva fede. Altri parimente se ne raccontano nelle vite di alcuni santi, e di altre persone distinte per la loro pietà, i quali non ci è tosto obbligazion di credere sogni provenienti da Dio, perché per parere de' teologi, anche i maligni spiriti, o pur la sola nostra fantasia possono produrli. E però se non concorrono segni chiari, che il sommo Padre della natura v'abbia avuta parte, si può sospenderne il giudizio e la credenza. Certamente qualora da persone piissime venissero riferiti sogni di cose avvenire, tali, che secondo le circostanze presenti ben pesate dall'umana sagacità non poteano in guisa alcuna prevedersi, né conghietturarsi; e che poi si verificasse appuntino l'avvenimento sognato: allora apparirebbe giusto fondamento di tener Dio per autore di sì fatti sogni. Ed anche senza ricorrere ad un soprannatural movimento de' nostri fantasmi, pare, che naturalmente possa accadere qualche predizion del futuro in chi sogna.
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