Andiamo ora ad esaminare il sonno e i sogni, perché gli spiriti animali e vitali si van consumando per il moto del corpo, e per l'esercizio dei sensi, la maniera istituita dal supremo artefice per sostituirne de i nuovi, quella è, che dimandiamo il sonno, cioè la quiete di esso corpo, e insieme de i sensi, i meati de i quali restano allora chiusi in buona parte all'impressione de i corpi esterni. Che né l'anima, né la fantasia riposino allora, i sogni de i quali abbiam parlato finora, ce ne assicurano. Ma ben diverso è lo stato dell'anima nel sonno e ne i sogni, da quel che si osserva in lei, quando vegliamo. In che gabinetto essa si ritiri, e come si truovi anch'essa non già dormigliosa, ma come in una specie di volontario riposo, non ci è occhio, che possa discernerlo.
Tuttavia si può con sicurezza asserire, che in primo luogo è allora sospeso l'esercizio della volontà per consenso di tutti i teologi e filosofi. Può ben l'uomo addormentato e sognante profferir bestemmie, dire ingiurie al suo prossimo, offendere la riputazione altrui, dilettarsi d'immagini lascive, con provar anche nel corpo suo de i laidi movimenti. Niun peccato commetterà, perché la libertà dell'arbitrio allora è in lui sospesa, né l'anima può dissentire. Quelle idee biasimevoli son commosse a caso dalla fantasia, né l'anima ha assai di forza per resistere. Secondariamente allora si truova la mente nostra senza l'esercizio del giudizio, voglio dire, non può ad arbitrio suo scegliere nella fantasia quelle idee, che vorrebbe nella vigilia per combinarle con altre, e riconoscere se contengono il vero o il falso.
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