Nel mio picciolo studio ognun può credere, ch'io so il sito, dove tengo la scrittura. Sognando, ho ordinato per certa difficultà, che me la portino. Non avendola trovata, son io stesso andato a cercarla. Ma dove? In certa sala colonnata, da me non mai veduta; e in certe scanzie a me affatto ignote; e senza ch'io mi accorga e stupisca di tal novità.
Sicché la funzion della mente ne i sogni si riduce alla semplice apprensione degli oggetti, che le schiera davanti la fantasia, senza giudicar della loro verità o falsità, del loro ordine o disordine. Talora vi sarà sembrato di volare, di trovarvi in un paese lontano, di cui avrete letta dianzi la descrizione, di parlare ad un gran monarca da voi non mai veduto. L'anima nel sonno priva della sua libertà e vivacità, per far l'esame della ridicola falsità di quelle idee, le ha unicamente apprese, quali le venivano rappresentate dalla material potenza, non potendo essa allora impedire né quel movimento d'idee, né correggere il loro disordine. In fatti noi bene spesso proviamo, che nei sogni la fantasia ci fa saltare da questo a quel luogo, e da quello ad un altro, e sgarbatamente cangia in un momento le persone e le azioni; né la mente riflette punto o stupisce per sì disparate scene, sembrando allora più tosto una potenza passiva. Contuttociò bisogna pur confessarlo: ne i sogni placidi noi osserviamo accidenti curiosi, ben filati, e colloqui di persone, e talvolta risposte argute, e saggie riflessioni. Da per sé non può la materia, cioè non può la fantasia ordinare quelle azioni, somministrar quei discorsi.
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