Primieramente conviene osservare, se mai la frode potesse intervenire in chi si spaccia suggetto a questa, che senza difficultà si può chiamar malattia. Non è mancato fra i servitori, chi senza licenza del padrone, e tra i figliuoli, chi senza licenza del padre, è uscito di casa la notte per qualche suo poco lodevol fine, ch'egli ha poi cercato di scusare, con pretendersi sonnambolo. Secondariamente certo è, che si son trovate e si truovano forse in ogni paese persone, le quali dormendo fan viaggio ed azioni tali, che può trasecolarne, chi ben vi riflette. Ce ne somministrano i medici e filosofi non pochi casi. Il celebre Gassendo nel libro ottavo della Fisica, al capitolo sesto, sezione terza, racconta di aver ben conosciuto un Giovanni Ferod nella città di Digne patria sua, il quale addormentato si levava la notte, e si vestiva; ma per lo più colla sola camicia, e mezzo vestito, apriva le porte: calava in cantina, cavava del vino, od altre simili cose facea. Talvolta ancora si metteva a scrivere; e quel che è più maraviglioso, benché tutto questo operasse nelle tenebre, pure vedea così chiaramente, come se fosse giorno. Chiamato anche dalla moglie, le rispondeva a proposito. Svegliato poi che era, si ricordava dell'operato. Che se trovandosi addormentato nella cantina, o in istrada, veniva a risvegliarsi, trovavasi bensì nelle tenebre: ma sapendo dove era, se ne tornava poscia a tentone nella camera, o nel letto suo. Sempre nondimeno nello svegliarsi era sorpreso da un gran tremore nelle membra, e da una palpitazion di cuore, con cui si riduceva a letto.
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