Io il riguardai lungo tempo con candela accesa in mano. Egli dormiva supino, e con gli occhi aperti ed immobile: che questo era il segno sicuro del suo accesso, come mi dissero. Io gli toccai le mani, e le trovai freddissime; e il suo polso era sì lento, che sembrava il sangue non circolare. Noi giocammo al trictrac aspettando il tempo o l'apertura di questa commedia. Circa la mezza notte il signore Agostino tirò bruscamente le cortine del suo letto; si levò; si vestì assai propriamente. Io me gli avvicinai, ed avendogli messa la candela sotto il naso, il trovai insensibile con gli occhi sempre aperti ed immobili. Prima di mettersi il cappello, prese la sua bandoliera, che stava appesa presso il letto, e da cui era stata levata la spada per timore di qualche accidente, perché talvolta questi signori sonnamboli menano le mani a diritto e a rovescio. In questo equipaggio il signore Agostino fece più giri per la camera, e s'avvicinò al fuoco; si pose in una sedia, e poco di poi entrò in un gabinetto, dove era la sua valigia; cercò in essa lungo tempo; scompigliò tutti i panni, e dopo averli rimessi in buon ordine, serrò la valigia, e si mise la chiave in saccoccia, da cui trasse una lettera, ch'egli pose sopra la cornice del cammino da fuoco. Ito alla porta della camera l'aprì, e calò giù dalle scale. Quando fu al basso, essendo caduto uno di noi con rumore, egli parve spaventarsi, e raddoppiò il passo. Il suo servitore ci avvisò di andar piano, e di non parlare; perché quando il rumore vicino a lui si mischiava coi suoi sogni, egli diventava furioso, e talora si metteva a correre, come se fosse inseguito.
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Agostino Agostino
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