Egli traversò tutto il cortile, che era vasto. Andò diritto alla stalla, vi entrò, fece carezze al cavallo, gli mise la briglia; e cercò la sella per mettergliela; ma non avendola trovata nel sito solito, ne parve inquieto. Montò a cavallo, e galoppò fino alla porta della casa, che trovò serrata. Sceso da cavallo, avendo preso un sasso, batté più volte nella porta: dopo varj inutili sforzi rimontò a cavallo, e il condusse all'abbeveratoio, che era nell'altra facciata del cortile; gli diè a bere, e dopo averlo attaccato a un palo, s'inviò assai tranquillamente per tornare alla sua camera. Al rumore, che faceano i servitori in cucina, divenne più attento; si avvicinò all'uscio, e mise l'orecchio al buco della chiave. Poi passando in fretta all'altra parte, entrò in una sala bassa, dove era un bigliardo. Fece molte andate intorno al gioco, e tutte le positure di un giocatore. Di là passò a mettere le mani sopra un clavicembalo, ch'egli sapeva sonar molto bene,
e vi fece un po' di disordine. Infine dopo due ore di esercizio risalì alla sua camera, e si gittò tutto vestito sul letto, dove noi il trovassimo la mattina seguente tre ore prima del mezzo dì nella medesima positura, in cui l'avevamo lasciato; perché ogni volta, che l'eccesso il prendeva, egli dormiva otto o dieci ore continue. Il suo servitore ci disse, che non vi erano se non due maniere di far cessare i suoi accessi, l'una di soleticargli i piedi e l'altra di suonar cornetti o trombette a i suoi orecchi.
Ed ecco uno de i più stravaganti fenomeni, che si possono osservare nella natural costituzione dell'uomo.
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