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      Inconsiderati che sono! Non vi ha spettacolo, che maggiormente deggia umiliare la superbia nostra, che il mirare un uomo impazzito e fuor di sé, cioè un uomo divenuto simile alle bestie insensate. Ma chi disse simile? Peggio, peggio, che bestia è un uomo, qualora perde l'uso della ragione, non fa che azioni sregolate, e parla e sparla sovente fuor di proposito; e se lo sconcerto del suo capo divien maggiore, sempre si truova in pericolo la vita sua, o l'altrui. Men male farebbe la morte, che il vivere in sì deplorabil stato. Tale certo non possiam dire, che sia quel delle bestie, le quali regolatamente di ordinario operano, cioè a tenore di quelle leggi, che il sapientissimo autore del tutto ha prescritto ad ogni specie di creature irragionevoli semoventi. Però a tale aspetto, almeno internamente si rattrista ogni saggio, perché sa essere misericordia di Dio, s'egli è sano di mente, e mancare ad ognuno la sicurezza di andare sempre esente da sì enorme calamità. Quanto a me, sì disgustosa impressione fa nella mia mente la considerazion della pazzia, e del delirio, che ho fin ribrezzo a voler per poco accennare la lor cagione, e i lor perniciosissimi effetti; perché troppo deforme vista fa un animal ragionevole, cotanto privilegiato da Dio, ridotto colla pazzia, non dirò ad essere, ma a parer privo di ragione. Ciò non ostante, dirò essere il delirio un impetuoso sconvolgimento delle immagini del cerebro, per cui, vegliando l'uomo, la fantasia divien disubbidiente alla mente, forzandola in certa guisa a mirar quelle sole disordinate idee, ch'essa le mette davanti, senza che la mente possa allora valersi della sua libertà ed autorità di scegliere quelle che vuole.


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Della forza della fantasia umana
di Ludovico Antonio Muratori
Editore Pasquali Venezia
1745 pagine 212

   





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