Potreste voi, e mille altre eloquenti persone sfiatarvi per convincere un pazzo, che non vi ha chi voglia avvelenarlo, che il suo capo non è di cera; che s'inganna a credere, che fosse a lui dovuta per conto alcuno quella pingue eredità, per cui ha perduto il senno. Egli vi riderà dietro, sapendone assai più di voi. Ci è di più. Non la sola gente dozzinale e rozza, da che le si è intraversata in capo una di queste sì stravaganti idee, è incapace di lasciarsi persuadere, e di superar quell'inganno; ma alla medesima pertinacia e disavventura son sottoposti gli uomini di grande ingegno, e di non minor sapere. Come caso raro merita qui di essere rammentato quello, ch'io già rapportai nel mio Trattato del buon gusto; cioè del padre Sgambati gesuita, uomo provetto nelle scienze, e autore di alcuni libri. S'immaginò egli di essere stato creato cardinale, né più si trovò maniera, né valsero parole per farlo rinvenire da così bello e gradito fantasma. Quel padre provinciale, che gli tenne un sodo ed amichevol ragionamento, per desiderio e speranza di fargli mutar parere, n'ebbe per risposta questo dilemma. O vostra riverenza mi tien per pazzo, o no. Se no, mi fa un gran torto, parlandomi in questa maniera. Se poi mi crede un pazzo, mi perdoni, se le dico, esser ella più pazzo di me, perché si figura di poter guarire un pazzo con sole parole. A riserva poi di questa sola piacevol persuasione, egli riteneva il senno per le materie scientifiche, e a quei giovani studenti, che ricorrevano a lui per le difficoltà occorrenti, purché la petizion cominciasse dal titolo di Vostra Eminenza, egli rispondeva con allegra affabilità, ed apriva tutto l'erario della sua dottrina.
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Trattato Sgambati Vostra Eminenza
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