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      Più senza paragone è gagliarda l'astrazione dell'estasi, perché allora non solamente resta sopito ogni senso, come nel sonno, ma anche abbandonato il corpo; di modoché, qualora l'astrazione sia totale, se non concorre una forza sopranaturale a sostenerlo, esso cade a terra. In questo mentre l'anima, non più occupata dalle funzioni de' sensi, e concentrata nell'interno suo gabinetto, contempla le idee della fantasia, discorre, e forma di esse varie combinazioni, nella guisa stessa, come se noi vegliando, ma astratti, ci figurassimo di vedere un gran principe venire a casa nostra, o di trovare un tesoro, o di essere promossi a qualche cospicua dignità. Allora la mente darebbe corpo a questa idea, immaginando tutto il corteggio di azioni, di riflessioni, e di parole, che verisimilmente concorrerebbe in questo ideale e non reale né vero accidente, con formare un breve gustoso romanzo.
      Altrettanto e più avviene nell'estasi. Il celebro signore Leibnizio cercava, se si potesse formare negli uomini un'arte di astrazione sì forte da i sensi, che ne pur si sentissero i tormenti allora inferiti al corpo. Tanto prima di lui il Cardano avea non solamente proposto questo problema, ma anche asserito, che può l'uomo colla natural sua forza alienarsi da i sensi, e passare all'estasi, allegando nel libro ottavo de Varietat. al capo quarantesimoterzo, l'esempio di se stesso, che a suo talento si metteva in una tale astrazione, che appena udiva leggiermente le voci di chi parlava, senza però capirne il senso.


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Della forza della fantasia umana
di Ludovico Antonio Muratori
Editore Pasquali Venezia
1745 pagine 212

   





Leibnizio Cardano Varietat