Ecco parte di quel che si legge nella Vita di lui scritta da Giam. Battista Manso.
Sosteneva esso Tasso di veder chiaramente uno spirito buono, che gli appariva, e seco disputava di altissime dottrine. Gli era opposto, ciò essere un trasporto della sua fantasia, ed egli rispondeva: Che se le cose ch'egli ode e vede, fossero fantastichi apparimenti, dalla sua stessa immaginativa composti, non potrebbero esser tali, che sopravvanzassero il suo sapere; perciocché l'immaginativa si fa col rivolgimento degli stessi fantasmi, o delle spezie, che nella memoria si conservano delle cose da noi in prima apprese; ma che egli nei molto e lunghi e continuati ragionamenti, che con quello spirito ha tenuto, ha da lui udite cose, che giammai prima né udì, né lesse, né seppe, che altr'uomo abbia giammai sapute. Laonde conchiude, che queste sue visioni non possono essere folli immaginazioni della fantasia; ma vere e reali apparizioni di alcuno spirito, che qualunque se ne sia la cagione, se gli lasci visibilmente vedere. Alle quali cose contradicendogli io, e replicando egli all'incontro, ci conducemmo un giorno a tale, ch'egli mi disse: Poiché non posso persuadervi colle ragioni, vi sgannerò coll'esperienza, e farò, che voi con gli occhi stessi veggiate quello spirito, di cui non volete prestar fede alle mie parole. Io accettai la proferta, e il seguente giorno stando noi tutti soli a seder presso il fuoco, egli rivolto lo sguardo verso una finestra, e tenendolovi un pezzo fisso, sicché rappellandolo io, nulla mi rispondeva: alla fine ecco mi disse, l'amico spirito, che cortesemente è venuto a favellarmi.
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Vita Giam Manso Tasso
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