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      Miratelo e vedrete la verità delle mie parole. Io drizzai gli occhi colà incontanente; ma per molto che io gli aguzzassi, null'altro vidi, che i raggi del sole, che per gli vetri della finestra entravano nella camera. E mentre io andavo pur con gli occhi attorno riguardando, e niente scorgendo, ascoltai, che Torquato era in altissimi ragionamenti entrato con cui che sia. Perciocché quantunque io non vedessi, né udissi altro che lui, nondimeno le sue parole or proponendo, ed or rispondendo erano, quali si veggono essere fra coloro, che di alcuna cosa importante sono a stretto ragionamento. E da quelle di lui agevolmente comprendevo, coll'intelletto l'altre, che gli venivano risposte, quantunque per l'orecchio non l'intendessi. Ed erano questi ragionamenti così grandi e maravigliosi per le altissime cose in essi contenute, e per un certo modo non usato di favellare, ch'io rimaso da nuovo stupore sopra me stesso innalzato, non ardivo interrompergli, né addomandare Torquato dello spirito, ch'egli additato mi aveva, ed io non vedevo. In questo modo ascoltando io mezzo tra stupefatto ed invaghito, buona pezza quasi senza accorgermene dimorammo, alla fin della quale partendo lo spirito, come intesi delle parole di Torquato, egli a me rivolto: Saranno oggimai, disse, sgombrati i dubbj dalla mente tua. Ed io: Anzi ne sono di nuovo più che mai dubbioso, perciocché molte cose ho udito degne di maraviglia, e niuna veduta ne ho di quelle, che per farmi da i miei dubbj cessare, mi prometteste di mostrarmi.


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Della forza della fantasia umana
di Ludovico Antonio Muratori
Editore Pasquali Venezia
1745 pagine 212

   





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