I motivi di dubitare, eccoli. Allorché alcune vergini, o altre anime innamorate di Dio, si danno alla meditazione della vita del divino Salvator nostro, o di altre verità spettanti alla religione, convien supporre, che le medesime han già pieno il capo di quelle sacre dottrine e divote idee, per la continua lettura di libri ascetici, per le prediche udite, e per le lezion lor fatte da uomini dotti e pii: sicché nulla manca di materiali alla lor fantasia e mente per formar lunghi, ingegnosi, od affettuosi colloquj nel loro interno, e per immaginar cose nuove col maneggio delle precedenti idee, deducendo una dall'altra, e figurando le azioni divine, degli angeli, e degli altri beati, quali il lor divoto affetto stima più probabili e convenevoli al suggetto della lor contemplazione. Senza alcun miracolo, senza particolar cooperazione di Dio voglio dire naturalmente, tutto questo può avvenire. Bastante è l'anima piena di sacro affetto colla fantasia ricca di tante idee per sì fatto lavoro: del che possono somministrar qualche esempio gli amanti profani, che fantasticando intorno all'idolo loro, fabbricano varie belle proposte e risposte, e gioiose avventure, come se si trovassero a tu per tu colla persona amata. Essendo poi vivacissima la fantasia delle donne, e massimamente delle giovani, gagliardissimo ancora l'affetto verso Dio e verso i suoi santi delle vergini o donne di straordinaria pietà: a poco a poco sì intente diventano talvolta le lor meditazioni, che l'anima, abbandonato il commerzio co i sensi, tutta si concentra nella contemplazion di quei santi e cari oggetti, nascendone con ciò le loro estasi.
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