Se esse poi tornate in sé, e ricordevoli delle cose meditate, le mettono in carta: ecco ciò, che vien poscia tenuto per rivelazione di Dio, o della madre di Dio, o degli angeli, o de i santi del paradiso. Si forma poi l'abito di tali astrazioni, in maniera che alla vita de i divini misterj, o tornando esse alle consuete meditazioni, facilmente la lor mente assorta si mira in quei pensamenti, sembrando loro di avere realmente, e non immaginariamente, presenti Cristo Signor nostro, di abbracciarlo bambino, di accompagnarlo nella passione, e di fare altre simili azioni. Di gran cose ci dicono qui i mistici. Ma finché non si pruovi concludentemente, che la fantasia non entri in quelle rivelazioni, o non abbia forza l'anima colle immagini della fantasia di formar de i nuovi divoti edificj, sempre si potrà dubitare della qualità di quelle visioni e rivelazioni. Né basterà il dire, che esse visioni sono intellettuali, e senza immagini di cose corporee; da che sappiamo esserci delle sante vergini, che ad un elevato ingegno uniscono un gran sapere nelle materie teologiche; e però possono nelle loro astrazioni formar concetti mentali, e sottilissimi, e massimamente dopo aver appreso da i maestri, o da i libri la tanto sottile mistica teologia. Essendo per conseguente uniformi nel loro massiccio le estasi e visioni, quando non vi sia una caratteristica evidente sopranaturale azione, sempre con ragione dee restar diffidenza, che ciò, che pare opera di Dio, non sia veramente tale; e dubbio, che sia un natural fenomeno delle persone tendenti ardentemente a Dio.
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