Confessano gli stessi mistici, esser qui l'anima sottoposta a non pochi inganni.
Per questo avvertono i teologi, essere ben difficile il poter con franchezza decidere, che l'estasi o visione venga da miracolosa influenza di Dio, o pur dalle forze e dalla disposizion naturale dell'intelletto e della fantasia delle persone assuefatte a fitte meditazioni delle sante cose. Veggasi nel sopracitato luogo quanto vien detto questo dal suddetto eminentissimo Lambertini, e dal cardinal Bona, e da varj altri autori. Nella mia filosofia morale ho anch'io prodotto due esempj di buone persone, che si credevano di trattar in estasi con Dio, quando solamente trattavano colla propria divota fantasia. Nelle Efemeridi germaniche medico fisiche, anno primo, della decuria seconda, si leggono somiglianti casi, e presso altri autori. Riceva qui il lettore quel solo, che non ha molto, cioè nell'anno 1740 scrisse don Tommaso Campailla, celebre filosofo siciliano nel secondo de i suoi Opuscoli filosofici. Ragionando egli al numero vigesimo, di chi rilascia il freno alla sua fantasia, per cui fa cento castelli in aria, vien dicendo: che ciò sovente succede in alcune persone divote visionarie. Queste abituate a contemplar per via d'immagini con fisse composizioni di luogo, come per altro son malinconiche ed infermicce, nel maggior fervore di loro divote contemplazioni, alcuni attuosi effluvj si elevano dalle viscere poco sane, e per via de i nervi dipendenti dal cerebello ascendono ad aggirare i di lui spiriti, i quali sortendo dalle protuberanze orbiculari, per le braccia duretane del fernice nel setto lucido, trasportano tutte le immagini, che truovano nelle fantasia, introducendole nel senso comune.
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