E allora quelle semplici persone deluse, credono di aver delle vere visioni, e delle reali apparizioni di Gesù Cristo, e suoi angeli, e di quei misterj, che stavano contemplando, o di altri fatti da essi dipendenti. E le raccontano poi per vere visioni e rivelazioni; e ciò con tutta sincerità; e benché non intendano ingannare, ingannano, perché s'ingannano. Di qui pertanto nasce quella somma circospezione, con cui procede in Roma nei processi intorno alla beatificazione de i servi di Dio; perché quantunque le estasi e visioni delle persone di straordinaria pietà, concorrendo insieme molte circostanze, sieno indizio di santità: pure non se ne fa ivi gran caso: anzi, come insegna il cardinal di Lauria nell'opuscolo quinto De Oratione, e seco il sopralodato cardinale Lambertini nel luogo poco fa citato, ab Apostolica Sede numquam pro miraculis specialibus approbantur, nisi evidenti aliquo supranaturali signo sint adminiculatae.
In fatti erano una volta in gran voga queste visioni e rivelazioni, e venivano ricevute tutte, come gioje cadute dal cielo. Anzi l'ignoranza di allora facea prestar fede a qualsivoglia sogno divoto delle persone dabbene, e fino alle finzioni ed imposture, delle quali non vi era inopia. Chi legge la storia di quei tempi, ne incontra parecchie, ed ammira la semplicità delle buona gente. Si sono poi aperti gli occhi; e fattone un più severo esame, oggidì simili merci non godono quel passaporto, che una volta loro con troppa facilità si dava. Si è anche veduta la Santa Sede e la Sorbona non approvar quelle di suor Maria di Agreda per varie ragioni, che non occorre mentovare.
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