Io stesso ho conosciuta una verginella, mancata di vita con ben fondato concetto di santità, la quale lasciò bensì dopo di sé un gran fascio di rivelazioni, ma con poca fortuna di esse nel saggio tribunale, che presiede a sì fatti esami. E qui sopra tutto converrebbe considerare, quanto sul fine del prossimo passato secolo, e nel principio del presente, accadde in Francia per conto di Giovanna Maria Bouvieres de la Mothe Guion; la cui morte avvenne nell'anno 1717. La Vita sua da lei medesima scritta, fu stampata in Colonia nel 1720. Piena essa era della mistica teologia; i suoi costumi ed affetti tendevano tutti a Dio, da lui diceva ella di avere ricevuto il dono dell'orazione interiore, e restano non pochi libri divoti, da essa composti. Ora in quella vita essa non appruova le visioni, le estasi, le rivelazioni, siccome cose pericolose e suggette all'illusione. Solamente esalta quel genere di estasi, in cui l'anima è tirata da Dio, astratta affatto dalle cose umane, e assorbita in Dio, come in suo centro. Ed appunto a questa gran felicità diceva ella di essere giunta, con raccontar poscia il beato suo commerzio con Dio. Ma questa donna accusata degli errori del Molinos, e di varie illusioni, provò delle gravi vessazioni dal celebre vescovo di Meaux Bossuet; e dall'arcivescovo di Parigi Harlay; non le mancò la prigionia; e in fine tutte le sue estasi e rivelazioni rimasero screditate e proscritte. Nei tempi barbarici questa facilmente sarebbe stata tenuta per santa; ma non già ne i nostri, che adoperano meglio la pietra del paragone.
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