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      Ma chi non ha un malanno, come mai potrà produrlo in altri? So, che si contano qui non pochi esempli. Bisognerebbe accertarsi, che non fossero dello stesso metallo, che tanti altri raccontati dagli alchimisti, dagli strologhi e da simil sorta d'impostori o visionarj. Ma giacché ho nominato gli appestati, e questo malore passato dall'infelice Messina in Calabria, ha tenuto nei due anni prossimi passati in apprensione il resto dell'Italia; chieggo licenza di poter qui aggiungere un'importante particolarità, che mi sfuggì nel trattato suddetto del Governo della Peste. Dissi, creder io, che per gli due soli canali del naso e della bocca, mediante il fiato, si comunichi la pestilenza, ed essere perciò necessario il ben custodir queste due porte, accioché non passino i micidiali effluvj ad avvelenar chi è sano. Si dee ora avvertire, che gran cura eziandio conviene avere allora della nostra saliva, perché questa può essere il veicolo più facile ad introdurre le particelle pestilenziali per l'esofago nello stomaco, passando poi col chilo nel sangue ad infettarlo. Perciò in vicinanza di appestati non inghiottir mai la saliva, ma sputarla, come fa chi mastica tabacco. Tal precauzione è di gran rilievo per chi ha da conversar con gente infetta, né si ha mai da dimenticare. Del resto più facilmente nelle ville, e fra il grossolano popolo, che nelle città, alligna l'opinion delle maliarde e delle stregherie. Poco vi vuole, perché una povera vecchia benché buona e innocente cristiana, resti denigrata coll'infame titolo di strega.


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Della forza della fantasia umana
di Ludovico Antonio Muratori
Editore Pasquali Venezia
1745 pagine 212

   





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