Cioè sono gli scrupoli segno di un'anima, che per lo più ama Iddio, o certamente il teme; e finché essi consistono in una discreta delicatezza per non offendere il Signor nostro (il che è proprio di tutte l'anime buone) son da chiamar molle e ruote molto utili a chiunque aspira al regno eterno di esso Dio. Ma non si ferma qui alle volte l'interno movimento dell'anima scrupolosa, cioè in preservar de' peccati nell'avvenire: va anche dietro a ruminare i già commessi, spezialmente allorché l'incauta e bollente gioventù fece trascorrere in qualche fallo o in molti. La lettura di alcuni libri spirituali, o le declamazioni di qualche sacro oratore, talvolta anche indiscreto, intorno alla giustizia infinita di Dio, e alla difficultà di ben saldare i conti con lui, mercé dell'esatta confessione e del vero pentimento e dolore, eccitano delle idee terribili di Dio giudice, e della gran malizia del peccato. Impresse queste nella fantasia de' malinconici, tornano spesso davanti all'anima. In quella fantasia sta dipinta Iddio, come un fiscale rigorosissimo, e quasi dissi un agozzino, molto pronto al gastigo, poco al perdono. Vi sta anche il ritratto dell'offesa di Dio, quasi un abisso di malizia indegna di perdono, di modo che già si mirano spalancate le porte dell'inferno per ingoiar chi fu una volta peccatore, ma non vorrebbe esserlo più. Però nascono tormenti ad essa anima, ogniqualvolta ella fissa il guardo in sì tetre immagini; e questa forte sua agitazione passa alle volte ad alterare il corpo, e a cagionare morbi, e fino la stessa pazzia.
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