Ma voltate carta. Questo edifizio altrettanto è suggetto ad innumerabili difetti e sconcerti, cioè il corpo a tanti malori, l'anima a tanti errori. Se l'intelletto s'inganna, egli seduce la volontà; se la volontà è guasta dalle passioni, può e suole anch'essa offuscar la luce dell'intelletto e trarlo in errore. E l'uno e l'altra poi concorrono a concepire o ad abbracciare strane e moleste opinioni, imprimendone le idee nella fantasia, le quali non lasciano poi di affliggere l'anima, ogniqualvolta si rammentano. Ma finalmente l'intelletto potrebbe, se la volontà fosse ben risoluta, correggere in gran parte i falsi fantasmi, a i quali ha dato ricetto. Vi ha persone, che al mirare il solo sangue cavato dalle vene o sue o altrui, e molto più all'aspetto di un uomo ferito, son vicine a svenire, e talvolta in fatti svengono. Altri non possono reggere alla vista di un cadavero portato alla sepoltura, di una bara, di una messa da morto. Ho parimente conosciuto un cavaliere di gran merito e saviezza, che al solo udire in una conversazione chi descriveva la giustizia fatta di un omicida, preso da un improvviso sfinimento cadde dalla sedia in terra, tanto fu l'orrore impresso nella sua fantasia. Ma quando si proponesse una persona non pazza di voler francamente sostener la vista di tali oggetti, o sia delle immagini di essi portate alla fantasia, e comandasse alla mente sua di ben riconoscere la vanità di quelle false idee, che rendono più terribile o spiacevole di quel che conviene un oggetto: chi crederà che tal persona non possa vincere quell'orrore, e mirare intrepidamente quello, che tanti altri senza scomporsi han tante volte veduto?
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