Quando ancor questo accidente fosse vero, e non potesse farne dubitare quel salire del gambero sul letto: non si potrebbe già cercarne la cagione, se non nell'immaginazione materna. Così nel marzo del Zodiaco medico-gallico, osservazione duodecima, per testimonianza del Riveto chirurgo regio, nacque un fanciullo mostruoso senza coscie e gambe, e colla coda di scorpione. Quel feto certamente non avea veduto scorpioni; poté ben vederli la madre; e pare, che la sorte apprensiva di quel bruto e pericoloso oggetto potesse disordinare la tenera macchina di quella creatura. Meritano ancora attenzione due esempi, rapportati da Martino del Rio nel libro primo, capitolo terzo, quistione terza, e succeduto in persone sue parenti: del che era egli buon testimonio. Altri due ne riferisce Monsieur Peu nel trattato de la Pratique des Accouchemens da lui veduti. Ma io li tralascio, per venire in fine dicendo, che prima di conchiudere contro l'opinione di tanti antichi e moderni scrittori, tutti concordi in riconoscere la forza dell'immaginazione in alcune donne gravide: converrebbe accertarsi, che fossero favole tutti i casi, rapportati in questo proposito. Similmente si avrebbe a provare, non aver fondamento l'opinione di chi crede, che possa l'immaginazion de i pavoni, delle pecore, de i cani, e di altre bestie, mutare ne i lor feti il colore. Siccome ancora bisognerebbe assicurarci, che in alcune donne bianche di gagliarda apprensione niuno effetto potesse produrre la vista di un moro. In una corte, dov'era un moro, una di queste partorì un figliuolo colle sole parti della generazione di colore moresco.
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