Ordinariamente la sola impressione di una idea o dilettevole o spiacevole non cagiona tal vivacità e forza, che possa rapire a sé i guardi dell'anima quasi sforzandola. Si ricerca in oltre, che sia ripetuta e ricalcata, e che a quella idea se ne sieno aggregate moltissime altre o dipendenti da essa, o relative alla medesima, che dieno moto a qualche vigorosa passione; di modo che tutte queste idee unite empiano, per nostro modo d'intendere un largo campo della fantasia. Allora, siccome un gran palazzo attrae più a sé l'occhio, che le basse case; così l'occhio interno dell'anima si sente tirato a contemplare quel fantasma, ampliato da tanti altri seco uniti.
Entriamo un poco nella fantasia d'un amante profano. Osservate ivi impressa l'idea dell'oggetto, ch'egli va vagheggiando in lontananza, quando non può avere il contento dell'originale presente. A questo oggetto poi ivi dipinto fan corteggio moltissime altre idee, delle quali se bramaste informazione, dimandatela a messer Francesco Petrarca, e ad altri poeti, che sono, o fingono d'essere innamorati. Essi han trovato mille bellezze in quegli occhi, altrettante dolcezze in quel parlare, una mirabil leggiadria nel riso, ne' gesti, nell'andare. I diletti, ch'essi si figurano di avere a godere, se potran giungere al possesso di questa da loro spropositamente appellata divina bellezza, han da essere inesplicabili. Tali meditazioni, ed altre innumerabili, hanno essi fatto sopra quell'idolo; e tutte queste idee si sono aggiunte alla primaria, di modo che la lor fantasia ne è principalmente ripiena; e tutte queste son dilettevoli per lo più, da esse perciò risultando movimenti di passioni, cioè di amore, di desiderio, di speranza, di gaudio.
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Francesco Petrarca
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