Così avviene di tante altre idee, che han preso possesso nella nostra fantasia, e al nostro dispetto si presentano alla mente, e cagionano tante nostre distrazioni, e spesse volte fan peggio. Si può loro resistere; ma per nostra disavventura e colpa insieme sovente non si resiste. L'anima per levarsi d'attorno quel molesto pizzicore, facilmente allora s'abbandona, cedendo a questi malnati fantasmi, de' quali purtroppo abbonda la corrotta natura nostra, e noi ne proviamo sì spesso gl'insulti. E chi coll'abito gli ha fortificati, e renduti quasi indomiti, maggior difficultà pruova, che gli altri a impedirne l'accesso, e a sostenerne gli assalti.
CAPITOLO XIVDe gl'idoli cari della fantasia.
Fra le umane miserie ci è ancor questa, che, quasicché mancassero guai ed affanni veri a chi soggiorna sulla terra, scioccamente ne fabbrichiamo non pochi noi stessi con formar idee false, e adottar senza esame alcuno opinioni fondate sulla vana immaginazione altrui, ed anche sull'impostura, che poi impresse nella nostra fantasia servono a tormentarci al pari de i mali non finiti. Troviamo, chi presta fede a gli strologhi; bada a gli augurj; fa caso de i sogni; immagina larve, folletti, stregherie; non si attenta in certi giorni a far viaggio; paventa qualche disgrazia dall'urlare di un cane, o dal notturno gridar d'una civetta; crede alcuni santi vendicativi, se non solennizza la lor festa, benché non comandata dalla Chiesa; s'inquieta se ad un convito tredici sieno i commensali, se il sale a caso si rovescia sulla mensa, e così discorrendo.
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Chiesa
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