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      Da queste false disgustose idee passiamo alle opposte, cioè a quelle, che sono atte a dilettarci, e dalle quali suol anch'essere ben fornito il magazzino della nostra fantasia. Di queste ve ne ha non poche vere; ma non ne mancano delle false; e queste ultime ancora a noi possono recar piacere. Sì fatte immagini dilettevoli sia lecito a me il chiamarle idoli della fantasia, perché ce li teniam ben cari, li veneriamo, e non abbiam piacere, che alcun tenti di levarceli di capo. Fra le persone nobili figuratevene una (e certo più d'una se ne troverà) che forma colle replicate sue riflessioni una ben vantaggiosa idea della sua nobiltà, e le dà un buon posto nella sua fantasia. Per lui quella è un caro idolo. Volta non ci è, ch'egli non se ne ricordi, cioè, ch'ei miri questo adorato fantasma, che non se ne rallegri, e non se ne paoneggi, con riguardare se stesso come superiore di grado non al solo popolo, ma anche a tanti altri, che si chiamano nobili. A fabbricar questa sì graziosa idea saran forse concorse molte favole, molti vani supposti, e le adulazioni troppo una volta familiari a i genealogisti. Non importa; ancor queste han da passare per verità contanti; e chi si arrischiasse a parlarne diversamente, il men che gli potesse avvenire, sarebbe da tirarsi addosso l'odio di lui. Per conto delle idee dispiacevoli niuno ci è ordinariamente, che non goda d'essere disingannato, e non ami chi l'ajuta a correggerle o deporle. Ma trattandosi d'idee dilettevoli, tuttoché false, pochi son coloro, che restino tenuti a chi cerca di abbattere que' lor cari castelli, fabbricati non di rado nel solo vasto paese dell'aria.


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Della forza della fantasia umana
di Ludovico Antonio Muratori
Editore Pasquali Venezia
1745 pagine 212