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      Se poi sia caro ad un amante profano il ritratto della persona amata, non dirò già dipinto in tela, ma il vivamente impresso nella sua immaginazione, ve ne saprà dar conto chiunque impiega tempo e pensieri in tal esercizio, purché i fantasmi, che mettono in testa l'anima, sieno innocenti ed onesti, ancorché consistano in mere immaginazioni, prive affatto, o in parte di fondamento e suggetto: pure si può perdonare a chi con sì poca spesa mena a spasso il suo cervello, e cava l'allegria dalle commedie della sua fantasia, come si fa dall'altre, che si recitano ne' teatri. Ma qualora questi cari fantasmi manchino d'onestà, e possano incitar noi a desiderj, o ad azioni illecite, ovvero col passar dalla fantasia ne' ragionamenti nostri ci possano rendere ridicoli, in una parola nuocere a noi, o ad altri: la ragione vuole allora, che l'anima si guardi, o si liberi da esse, o le rettifichi ed emendi.
      O s'io trovassi un tesoro, fra se stesso dice quel tale. E come se l'avesse già trovato, ne forma nella sua fantasia un idolo, passando poi a considerare i comodi e piaceri, che gliene verrebbero, e si delizia in questi pensieri. Perdoniamola anche a costui. Può egli spender meno, e stare allegro? Così un altro vagheggiando l'idolo di un utile matrimonio, e dell'acquisto d'una bella persona, o d'un ufizio lucroso, ch'egli spera: si ringalluzza tutto, e si sente scorrere pel cuore un'aura soave, talmente che per un pezzo non invidia i campi Elisi. Saran sogni di chi veglia (e ne fa spesso degli allegri, chiunque non è ipocondriaco e di umor malenconico); ma Dio sa, se riusciranno: non importa.


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Della forza della fantasia umana
di Ludovico Antonio Muratori
Editore Pasquali Venezia
1745 pagine 212

   





Elisi Dio