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      Sogni almeno gustosi son questi; e benché sia lecito a noi il chiamarli brevi pazzie, pure si possono comportar nella buona gente, che converte anche l'ombre in propria contentezza. Si lagnava il pazzo d'Orazio di chi l'avea rimesso in sanità, perché si vedea tolto il continuato piacere de' fantasmi del suo precedente stato. La sciocchezza nostra è, che talvolta diam corpo a i vani fantasmi, e come se contenessero verità, operiamo poi senza riflessione in conformità di questo da noi fabbricato inganno. O pure all'idee di veri oggetti attacchiamo tante altre idee sregolate o false; che queste poi servono a farci prorompere in errori perniciosi o all'anima, o alla sanità, o alla roba, o alla riputazione nostra, ovvero all'altrui. Anche a' dì nostri più d'uno si può mostrare, che o per aver tanto letto in libri, o udito parlar da altri del mirabil segreto Lapis Philosophorum, creduto bensì da loro difficile a scoprire per le cifre, sotto le quali viene insegnato da gli adepti, ma nondimeno scopribile: vanno a piantar nella lor fantasia questo bell'idolo. Ed oh che idolo caro, ben degno de' lor pensieri, e della lor venerazione, da che per esso si sperano le due importantissime arti di tramutare i metalli, e di prolungar la vita terrena oltre a' termini consueti. Ma quello è un idolo onninamente falso, è un fantasma illusorio e seduttore, fabbricato da' soli rapporti de' ciurmatori, e della vana avidità della gente troppo credula, la quale poi soffia, spande e spende, ed altro non acquista per l'ordinario, che povertà e più d'un incomodo e danno alla sanità del suo corpo.


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Della forza della fantasia umana
di Ludovico Antonio Muratori
Editore Pasquali Venezia
1745 pagine 212

   





Orazio Lapis Philosophorum