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      Chi sente in sé tal disposizione, ha un'idea vera e giusta dell'onore, e benché nell'esterno mancasse alla gente la stima, che gli è dovuta, pure non lascia per questo di essere degno di onore, perché nell'interno suo ne ha il vero fondamento. Al contrario di certi altri, che esiggono la stima e l'onore esterno, quando nel medesimo tempo fanno azioni, che meritano censura e sprezzo. Non è già regolarmente lecito per questo di perdere il rispetto ai viziosi stessi; ma ciò non ostante non lascia la falsa idea dell'onore in certuni di produrre dei mali effetti, perché diventano superbi, puntigliosi, ed esattori di ogni menoma convenienza con attacar liti per cose e parole, alle quali non bada chi è saggio e virtuoso; e pure tanto più di essi è meritevole di ogni stima e riguardo. Abbondano poi le persone, che non si lasciano punto affascinare dall'idolo della propria bellezza, perché sanno accoppiarlo e temperarlo colle idee della virtù, cioè di una bellezza superiore all'altra. Ma non ne mancano di quelle, nella fantasia delle quali troppo è dominante quest'idolo sì vistoso. Voi perciò mirate in esse, non già quell'alterigia discreta e perdonabile, che merita più tosto il lodevol nome di contegno, atto a tenere in freno e rispetto la temerità dei tentatori; ma quella bensì, che propriamente si appella superbia od alterigia, per cui si credono tante regine, e si paoneggiano per avere, e saper sempre più accrescere gli adoratori. Se poi queste regine sieno mai capaci di qualche viltà, io non saprei dire.


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Della forza della fantasia umana
di Ludovico Antonio Muratori
Editore Pasquali Venezia
1745 pagine 212