Con altri avara è la natura; perché portano dall'utero materno una fantasia incapace, se non in tutto, in buona parte almeno delle idee scientifiche ed intellettuali, e per quel che sembra, solamente atta per le idee delle cose sensibili, e queste ancora con difficultà conserva. Dalla diversità dei cervelli nasce questa differenza. Similmente quando anche fosse eguale la forza nativa della fantasia in due persone, pure il maggiore, o minore studio, e la pratica del mondo può rendere l'una superiore all'altra in dovizia d'immagini. Noi abbiam tuttodì sotto gli occhi contadini ed altra simil gente, nata nelle angustie della povertà, zotica, rozza, dura di cervello; ed altre, che per vivere lungi dal commerzio umano, e dallo studio delle lettere, non son provvedute se non di quelle sole idee, che convengono all'agricoltura, o ad altre arti meccaniche, da loro esercitate. All'incontro chi ha sortito dalla natura un cervello ben architettato, ed in oltre con applicarsi alle scienze ed arti, e col conversare in quello, che si chiama gran mondo, mette insieme, e ritiene gran copia d'idee: questi forma nel suo capo un ricco magazzino, per potere ordinare dei lunghi discorsi, ed anche raziocinare, purché sia provveduto di buon intelletto sulle cose tanto intellettuali, che sensibili. Osserviamo un poco queste diversità negli studiosi delle lettere.
Quattro schiere di uomini si possono considerare. Alcuni han provata assai scarsa verso di loro de i suoi doni la natura, avendo sortito una povera fantasia e memoria, e quel che è peggio un fiacco intelletto.
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