Di ordinario costoro portano un ingegno cupo, atto solo a meditar sulle cose, ruvidi poscia nell'aspetto, gente di poche parole, e che nelle conversazioni non ci è dubbio, che levino mai la mano ad altri per volere il pulpito; serii quasi sempre, e più inclinati alla malinconia che all'allegria, ameran certo, chi li faccia ridere, ma non sapran contracambiarli. Dissi di ordinario, perché anche di questi tali ne troviamo, che alle occasioni son buon compagnoni, né la cedono a veruno in allegria e facezie. Si figurano alcuni, che lo studio delle matematiche, siccome quel che richiede una soda meditazione ed astrazion dalle cose materiali, renda i suoi alunni astratti, sempre cogitabondi, e inetti a i pubblici e privati affari. E pure la sperienza è in contrario, trovandosi eccellenti matematici allegri e di giovial conversazione, ed atti più ancora di moltissimi altri a i pubblici ufizj e alle private faccende, ed anche eccellenti poeti. Per tali ho conosciuto io il p. Tommaso Ceva, il p. abbate Grandi, Eustachio Manfredi, e l'abbate Antonio Conti stimatissimi e chiarissimi amici miei. Ora può essere, che queste menti perspicaci, se prendono a formar libri, non abbiano la fortuna di piacere a chiunque vuol imparare senza fatica di applicazione, o si pasce unicamente di fioretti di erudizione; perché ivi si truovano solamente dottrine alte, profondi pensieri, né vi comparirà l'ornato di sentimenti e passi presi da i poeti, e dagli scritori antichi o moderni. Contuttociò nelle bilance de' saggi opere tali, purché giudiziosamente composte con sode riflessioni, e queste con bella chiarezza esposte, (perché il pregio della chiarezza è un ingrediente necessario a tutti i parti dell'ingegno) meriteran sempre plauso singolare.
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Ceva Grandi Eustachio Manfredi Antonio Conti
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