Non saran fatte, è vero, per dilettare l'altrui fantasia, ma potranno ben pascere l'intelletto, e recar profitto maggiore. Finalmente la quarta schiera è di coloro, che han sortito dalla natura un intelletto penetrante, e insieme una gran felicità di fantasia. Rari certamente son questi; nulladimeno non pochi ne produsse negli antichi tempi la Grecia, e Roma pagana. Si ammirano ancor questi due pregi in alcuni de' Santi Padri, e negli ultimi secoli nostri, per essere rifiorite le lettere, si son veduti assaissimi di questi ingegni, che faranno l'ammirazion de' posteri; ed altri viventi ne può mostrare anche la nostra medesima età. Felice, chi sa saviamente e fondatamente raziocinar sulle cose, e nello stesso tempo abbellire i ragionamenti suoi col vago dell'erudizione, e co i colori di uno bello stile, a lui prestati dalla fantasia feconda e vivace. Se ingegnoso è il loro parlare, tanto più sarà atto a dilettare. Purché nondimeno i lor libri giungano ad istruire colla sodezza delle dottrine, ed ingegnosi e maestri del vero sieno i loro trattati, poco infine importa, se non dicono ancora con ingegno le cose. Riesce anche più alla portata del popolo lo stile limpido, e dotato di una naturale beltà, senza ricorrere all'ajuto de' belletti.
Da quanto fin qui ho detto si può raccogliere, essere un bel dono della natura una vigorosa fantasia, che ritenga facilmente ciò, che a lei van rapportando i sensi in leggere, in ascoltare, in praticare il mondo, e quello ancora, che venga portato in essa dalla meditazion dell'intelletto, a cui essa è destinata per serva ed ajutatrice, perché altrimenti può essa più nuocere, che giovare a i mortali.
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